La crioterapia consiste
nell'applicazione del freddo col fine di raggiungere
effetti terapeutici.
Possiamo definire crioterapia
l'applicazione di temperature intorno allo 0° con
effetti antiinfiammatori e analgesici, mentre nella
criochirurgia si applicano temperature molto più
basse allo scopo di ottenere una crionecrosi
selettiva e controllata dei tessuti.

La crioapplicazione provoca
macroscopicamente edema e leggero eritema della
parte trattata, dopo qualche giorno ha
inizio il processo necrotico, la
successiva guarigione si completa nell'arco di
25-30 giorni con evidente formazione di
tessuto di granulazione. Naturalmente
non tutte le situazioni e tutti i tessuti si
prestano ad essere trattati con questa metodica,
mentre in altri casi rappresenta il
trattamento d'elezione.
Non tutte le cellule sono ugualmente
criosensibili. Cellule molto ricche d'acqua, elevate
mitosi, con elevato fabbisogno d'ossigeno sono più
sensibili. Ad esempio cellule epiteliali e
pigmentate, (di qui la depigmentazione della parte
trattata), sono più vulnerabili, mentre i fibrociti
sono più resistenti. Il trattamento, a parte i primi
10-15 secondi in cui si ha una sensazione pungente,
non è doloroso, data l'azione desensibilizzante del
freddo sulle terminazioni nervose.
E' quindi utile quindi in animali nei
quali è controindicata l' anestesia (anziani,
cardiopatici ecc.), in quanto spesso questa non è
necessaria o in alcuni casi è sufficiente solo una
blanda sedazione.
Altri vantaggi sono i ridottissimi
rischi di infezione (sterilizzazione provocata dal
congelamento), la ridotta retrazione
cicatriziale, lo scarso
sanguinamento, e la possibilità di raggiungere sedi
di difficile accesso.
La criochirurgia è quindi
particolarmente adatta in caso di fistole perianali,
in alcun tipi di tumori cutanei, palpebrali,
orali, del condotto uditivo esterno e
dei genitali esterni.
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